La lunga sosta

03 settembre 2014
La barca vela, per definizione, si muove grazie alle vele, con il vento. Se questo è troppo forte, però, si rischia di farsi male o di rompere l’attrezzatura. Non c’è un limite assoluto, dipende da vari fattori, non da ultimo lo stato di salute. Oggi non me la sentivo di partire: forse un po’ di stanchezza, forse un leggero e passeggero malessere.

Sto tergiversando, avrei potuto partire già oggi? Il numero di vele all’orizzonte, ne ho contate due in tutta la giornata, e il colore del mare, costellato di frangenti schiumosi, marrone a riva per la mareggiata, mi conforta nella decisione di restare. Il lamma (servizio meteorologico molto usato dai velisti nel mediterraneo) è impietoso: forza sei sotto costa, forza sette al largo, mare agitato.

La foto non rende.Le foto non rendono appieno la forza di vento e mare.
La foto non rende.Le foto non rendono appieno la forza di vento e mare.

Dai discorsi al porto apprendo che i servizi dei traghetti sono stati interrotti e dai giornali che il porto di Marettimo, alle Egadi, è stato gravemente danneggiato. Mi fa ricordare che a Milazzo avevo sentito da pescatori che il mare peggiore lo alza lo scirocco (sudest), che vicino a riva sembra niente ma al largo alza onde “che scavalcano le isole”; c’è forse un po’ di retorica, ma spero di non avere mai l’onore di verificare di persona…

E così la sosta largamente prevista causa cattivo tempo si allunga di almeno un altro giorno, che sfrutto per cercare una sistemazione invernale a One Moorea II e per proseguire la visita della città (v. altro articolo).

Intanto, su uno sfondo sempre più azzurro stamattina sfilavano cumuli minacciosi, ora solo stratocumuli frettolosi, sospinti da correnti occidentali, e la pressione, che da 1024 era scesa a 1010 millibar in poche ore, sta lentamente rialzando la testa.
Domani è un altro giorno, vedremo cosa ci riserverà.