16 agosto 2014
Lascio il porto principale di Catania il sabato con l’intenzione di fare dapprima qualche esercizio di manovre in porto. Purtroppo una nave da crociera di qualche centinaio di metri ha avuto un’idea simile, mi sono ritrovato a slalomare tra una ventina di scialuppe di salvataggio urlanti. Vabbeh, sarà per un’altra volta… Penso che non mi abbiamo nemmeno visto.
Destinazione prevista: Ognina, appena a nord di Catania, piccolo porto di pescatori ma che dovrebbe avere anche un pontile per i diportisti, stando ai vari portolani consultati.
Vento tranquillo e onda appena accennata, però è il sabato del weekend di ferragosto, sembrava di essere in colonna in tangenziale a Milano all’ora di punta…
Dopo un paio d’ore di navigazione sono nel porto previsto, nessuno in vista e soprattutto nessuna barca a vela, avrò fatto la scelta giusta? Finalmente qualcuno mi fa segno di avvicinarsi tra due gommoni, e atterro su tre metri di fondo, con la trappa sbagliata, storto, occupando due posti: “lascia così, stasera arriva l’altro gommone che poi ti spinge via”. Ah beh, allora… In effetti la metà delle trappe è strappata, l’altra metà una coltivazione di cozze. Litigo pure con acqua e corrente (che non riesco a fare funzionare). In compenso i gestori del pontile sono di una disponibilità e gentilezza senza pari, e la sera sul molo principale, giuro, dal nulla, cioè, da una roulotte, sorge un ristorante improvvisato con un centinaio di coperti comprensivo di griglia e camerieri, uno spettacolo per tutti i sensi. E su una barca di pescatori lì accanto ballo e karaoke fino a tarda notte.