Catania

15  agosto 2014
Memore della scarpinata di pochi giorni prima, mi sono affidato al tour operator “Barbara” che per la modica somma di 5 € mi ha caricato su un trenino che mi ha scarrozzato per le vie della città. La parola che ho sentito di più è “barocco”, me lo segno come spunto di approfondimento, sono ignorante in materia.
La seconda parola più frequente era santa Agata, storia truce. La religione è molto presente e vissuta, da quello che interpreto finora dal mio piccolo viaggio in Sicilia.
Mi pare di avere capito che la città in genere sia piuttosto recente, in quanto ogni due per tre era “azzerata” da disgrazie varie, legate per lo più ai capricci del vicino vulcano, l’ultima volta verso fine 1600. Questo non impedisce di vedere ancora oggi i resti degli insediamenti greci e romani.
Le costruzioni sono spesso molto scure per l’impiego di pietra lavica.
Il resto, come sempre, lo potrete trovare sulle varie guide turistiche.
Le dimensioni della città e la distanza del porto dal centro hanno reso il mio soggiorno particolare; presenza araba molto forte, odori pure molto forti, pulizia spesso sommaria.

La chiesa di S. Agata.
La chiesa di S. Agata.