Indice di calore

Fa caldo, fa molto caldo in Europa in questi giorni… è già la seconda ondata di caldo di questa estate, e questo mi ha suggerito una domanda di fondo: ma in base a cosa noi esseri umani percepiamo il caldo?

Ovviamente, non sono mica il primo essere umano che si è posto la domanda, che non è per nulla triviale: ci sono fior di cervelloni che hanno affrontato la questione, e hanno partorito vari indici per la misura della sensazione di caldo.

Giusto per avere una vaga idea, sappiate che in questi indici rientrano, a vario titolo: la temperatura (ma va?), l’umidità (ah, ecco perché appiccico…), velocità del vento, soleggiamento, irraggiamento UV (e fin qui siamo nel campo del misurabile), ma poi anche ipotesi su massa e altezza media dell’essere umano, tipo di abbigliamento, attività fisica e tolleranza individuale al calore.

L’indice più accreditato è l’heat index, sviluppato verso la fine degli anni ’70 da George Winterling (un presentatore di previsioni meteo) sulla base di studi del ricercatore Robert G. Steadman, e poi adottato dal National Weather Service (NWS) americano.

E allora, per calcolarlo, questo indice? …non è così facile, meglio rifarsi ad una tabella con valori già calcolati, come questa qui sotto:

tabella "heat index" da articolo wikipedia
tabella “heat index” da articolo wikipedia

Per i più coraggiosi, ci sono vari set di formule, validi per intervalli di temperature e umidità relative più o meno ampi, che permettono di approssimare i valori della tabella con maggiore o minore precisione.
Sulla base di una di queste formule ho elaborato un diagramma dell’indice di calore (che mi riprometto di migliorare a livello grafico):

Per la cronaca, in questo momento, a casa mia, all’esterno ci sono 33°C con 40% di umidità (indice di calore: 34°C), mentre all’interno ci sono 29°C e 70% di umidità (indice di calore: 32°C). Fra poco potrò aprire le finestre e lasciare entrare “il fresco” 😉