Corrente elettrica

La barca è un ambiente autarchico, un sistema chiuso sotto certi aspetti. Quello che c’è, c’è; se manca qualcosa bisogna attaccarsi al tram (…che però non galleggia).
Questo vale per il cibo (quanto mi manca il mio cuoco di barca preferito! Masotti dove sei?), per l’acqua (vitale!), per la crema da sole, ma anche per la corrente elettrica.

Di solito sulle barche da diporto ci sono due batterie, una per i servizi e una per il motore, che vengono ricaricate dal motore quando è in moto oppure allacciandosi alle colonnine apposite in porto. Quando funzionano. E quando il cavo di collegamento funziona. E quando funziona il caricabatterie, che trasforma la corrente alternata 220 V in corrente continua 12 V da “infilare” nelle batterie.
Quando una di queste tre componenti manca, la gestione della corrente elettrica diventa delicata. Ad un certo punto del mio giro pensavo di avere problemi con tutte e tre…

Da qualche giorno infatti ho difficoltà con questo aspetto: fino a Catania andava tutto bene, a Ognina in porto non sono riuscito a caricare, a Riposto invece sì, a Messina pure, a Milazzo invece no. A questo punto, e dopo avere esaurito le mie (scarse) competenze in materia, mi sono affidato ad uno specialista.
Il risultato più eclatante è l’avere evidenziato una non conformità dell’impianto, ma in fondo in fondo non ha capito neanche lui come mai ad un certo punto la corrente è arrivata…

Ora sono ancora a Milazzo, dopo avere girato le Eolie: a Lipari era tutto ok, qui non funziona più nulla. L’ormeggiatore Pippo, stufo di armeggiare alla colonnina, ha sentenziato che la colpa di ogni male elettrico è della barca. Vedremo. Domani mattina lo lascerò approfondire la questione con l’elettricista Antonio, io intanto andrò a mangiare una brioche con la granita…

Il mondo è fatto di sfumature di grigio: in effetti il mio cavo aveva una presa con dei contatti ballerini, ma comunque anche la divinità delle colonnine di ricarica dei porti ogni tanto fa i capricci. Fatto sta che ora tutto funziona a dovere, e dopo accese discussioni (ma mi sembra che sia il modo di fare standard da queste parti) Antonio e Pippo si sono lasciati con strette di mano e sorrisi.
Habemus correntem!

L'elemento della discordia, il cavo elettrico.
L’elemento della discordia, il cavo elettrico.